Via di qui di Parise Tullio

Via di qui
La primavera entra nel mio naso
come acre risveglio.
La sento con il canto del primo merlo che,
nero,
chiama natura, la sua,
a smuovere stancamente
la sua macina.


La sento con l’aria secca
che entra al mattino nella mia camera buia
forzando gli interstizi,
dilatando le imposte chiuse.


Che male ti ho fatto
per meritarmi
lo scuotimento dal mio torpore?
Perché scegli proprio me,
insieme al merlo, alla primula,
al ruscello bisbigliante?

Non voglio intrusioni di mezza stagione
destabilizzanti.
Voglio estate sonnolenta
o inverno decrepito e
solitudine

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