Presa di coscienza di Anonimo 1
PRESA DI COSCIENZA
Ormai nuda la vidi
esclusa sulla porta
da urla vuote
da formali abiti neri.
Lei una torcia – una spada.
Fu inseguita dal latrare di cani
sicuri della propria eleganza
corse per gli sterpeti
scagliando pietre – e fuoco
scivolò in riva al mare fu trafitta
– e nella prima onda fu trafitta –
dai denti bianchi
di sorrisi gelati.
Il vento giocò con la fiamma abbandonata.
Ma appena la luce si spense
negli occhi forati di lei
anche il vento fu irriso
nell’immobilità
l’ultima onda si arenò
sul suo corpo inutile – spezzato.
Solo i cani
continuarono il banchetto del trionfo
sulla sua carne.
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