FENOMENOLOGIA DELLO SCARAFAGGIO MATEMATICO (BLATTA BLATTA NUMERICA)

FENOMENOLOGIA DELLO SCARAFAGGIO MATEMATICO
(BLATTA BLATTA NUMERICA)
Il Fantolino disse: “Ogni scarrafone è bello a mamma sua”.
Mesta, rispose la madre: “Invero tu no”.
ESAU’ Piatto di lenticchie 1.3-IV-8%0
A) Genesi dello Scarafaggio Matematico (leggenda popolare)
La luna inquieta sparava sul faggio ancora vivo; tutto intorno non v’era traccia alcuna di macchie. Libellule vibravano nel vento leggero della notte, trasparenze smeraldine trafitte dall’astro crudele.
Dietro la grande quercia disseccata, il Cammello Filosofo palleggiava mollemente la prima gobba da una spalla all’altra. Alzò gli occhi al cielo seguitando a masticare il suo bolo vitale, sospirò e si sperse nella terza nebulosa a sinistra.
Il bosco intero sapeva come su quel faggio, in alto tra i rami più fragili, molti secoli prima il razionale Signore Delle Carte si fosse soffermato per urinare dubbioso, lasciando (quanto volutamente?) il seme di ciò che il caso o la necessità avrebbero provveduto a compiere in quella notte dell’autunno dell’uomo.
Per istinto, Esaù odiava la nuova metafisica: nella semplicità infantile del suo animo, intuiva i tremendi sviluppi del pensiero dell’occhialaio ebreo. Come può una blatta accettare l’ipotesi deista? Se Dio non è nero e lucente, avvolto da un duro carapace e adorno di antenne vibratili capaci di sondare l’infinito, che Dio potrà mai essere?
Guardò gli escrementi espulsi nell’elaborazione negativa; tornò a guardarli provando e riprovando. In alto stava l’Ulisse, adagiato sull’opera completa del bardo elisabettiano; accanto, il cavaliere della Mancia appariva appena macchiato da quanto di fisiologico era rimasto.
Respinse con un sibilo affilato come un rasoio lo stercorario che aspirava a usufruire, il saprofita!, dei suoi sforzi per ricomporre la propria Palla Mistica. Gli occhi tornarono sul tumulo: l’immagine della madre era la più monda. Al contrario, quella del padre, distaccata e severa, perdeva il proprio nitore nel taglio del coltello, esatto sui genitali.
Immerso nella superficialità dei propri pensieri, Esaù non avvertì in tempo il pericolo che si appressava dal cielo. Una carnascialesca maschera dagli ispidi capelli bianchi e dalla lingua puntuta sorvolava la boscaglia schiantando il lungo silenzio con grida gutturali: E = MC al quadrato. Pareva il lamento del mondo alla vigilia della distruzione. Il quadrato si staccò subdolamente dalla massa informe del suono e colpì preciso tra le elitre il giovane scarafaggio ignaro.
Le centosedicimilaquattrocentoventitré (1l6.423) foglie che giacevano sui tredici acri e mezzo (13,5) del declivio dell’Ente reagirono al gemito di doloroso stupore emesso da Esaù creando l’Esistente; ma questi si guardò intorno, lanciò un urlo di raccapriccio e di gran carriera tornò all’Ente. Realtà e razionalità si confusero, ma non si mescolarono, e corsero senza scopo per i colli, nella stessa direzione, travolgendo tanto quei pochi individui che osavano sbarrare loro il passo quanto le masse incapaci di trovare riparo dalla minaccia dell’occasionalità.
La blatta evolutiva, l’incolpevole Esaù, si sentì ad un tratto migliore. Il carapace gli sembrava più duro e spinoso: pragmaticamente, decise di adattarvisi. “Questo corpo Regge” sentenziò con nuova sicurezza. Poi scommise: “Il numero è il solo senso dell’universo; se poi così non fosse, non ho da perdere che le mie spoglie mortali, o le mie catene”. Ora, poteva scegliere tra il più e il meno, il positivo e il negativo
Figliò.

B) Blattologia generale

Ad ogni blatta corrisponde una blatta
uguale e contraria (ANTIBLATON).

        Nessuna blatta si crea.

            Nessuna blatta si distrugge.

                Ogni blatta si trasforma.

                    Di più non è dato sapere.

C) Gnoseologia della B. B. Numerica

Lo Scarafaggio Matematico “in nuce” appartiene all’età degli dei; egli è consapevole di esistere in se stesso, ma ignora ogni astrazione.

La Blatta Eroica comprende la distinzione tra lo sterco ed il suo nomen (e sceglie progressivamente il nomen).

Infine, la Blatta Blatta costruisce la propria immagine del mondo e la legge formale che la (lo) regola.

All’inizio della scalata evolutiva, non pochi furono gli errori e gli insuccessi: tra i più clamorosi, ricordiamo la blattotarsa, caduta per essersi sventatamente avventurata su un drappo di damasco abbandonato da Eli all’angolo di un crocevia; da quel momento non seppe più credere nei numeri, ma nelle sole lettere; ignoriamo peraltro se alcuno rispondesse mai. Né possiamo ignorare la talassoblatta, che volle tornare alle origini ed ancor oggi, priva di dita su cui contare, sguazza nel liquido primordiale. Magra consolazione, saperla ricca di gioia di vivere.

Eppure l’eterna provvidenzialità ideale spinse lo Scarafaggio oltre lo scarafaggio.
Già pochi secoli dopo l’allegra ma inutile involuzione della talassoblatta e il fallimentare spiritualismo della blattotarsa, una Blatta Pendula scopriva nell’osservare clandestinamente uno scaccino i basilari elementi costitutivi della scienza moderna: le oscillazioni del lampadario. Più tardi Sigismondo, rompendo per primo il guscio esterno del proprio io, riuscì a scindersi in tre parti ed a rimontarsi con precisione, ma specularmente, in modo da poter analizzare senza complessi se stesso e, per naturale ed ovvia estensione, qualunque Blatta. Un altro capostipite coraggioso e Forte, tale Franco, diede il via alla critica della critica critica ed alla percezione soggettiva dell’oggetto oggettivo, aprendo nuovi orizzonti al bolo del Cammello Filosofo.

Da quel momento alla Blatta Blatta non rimase che una sola certezza: la

MATEMATICA

D) Etica – Principi elementari della B. B. Numerica

1) Ogni Blatta è DIVERSA.

2) Tutte le Blatte sono UGUALI.

3) II Cammello Filosofo NON E’ una Blatta.

4) La Blatta giudica SEMPRE e COMUNQUE.

5) I suoi termini di giudizio sono OGGETTIVI.

6) Per la Blatta Matematica, i conti TORNANO SEMPRE.

7) La Blatta non HA, la Blatta E’.

8) Se la Blatta HA, meglio.

9) La Blatta è IMMORTALE; essa è una, nessuna e centomila.

10) Se una Blatta muore, NON E’ VERO.

E) Politologia blattica

1) Sintesi Costituzionale

Ogni Blatta ha diritto alla vita, talvolta persino in prima persona.
Ogni Blatta ha diritto alla ricerca della felicità. La blatta di colore, no: non sa far di conto.
La Blatta vive all’occorrenza anche isolata, ma ha il dovere di evitare un indebito prolungamento della solitudine: la vera Blatta è la Blatta comunitaria (Animal politicum).
Non esistono limiti al numero dei membri di ciascuna comunità, purché esso si conservi rigorosamente dispari, al fine di garantire l’uguaglianza di maschi e femmine.
Maschi e femmine godono di pari diritti e pari doveri: la femmina deve seguire il maschio con rispetto e aritmetico raziocinio, il maschio anche.
La Blatta non considera la proprietà un furto, bensì un utile strumento del bene sociale.
Se una Blatta dovesse giungere ad accumulare una grande quantità di beni, essa sarebbe passibile, previa assemblea generale e ampio dibattito, di un filo di invidia da parte del resto della comunità.

2) Prospettive

I recenti sviluppi della società delle Blattae Blattae Numericae hanno prodotto nelle più avvertite tra loro un lieve senso di disagio: a parte l’esecrabile vizio della morra e i sempre più frequenti casi di Sindrome da Mal di Testa Acquisito, il pur indispensabile uso della MATEMATICA tende a trasformare gli individui non già in parti integranti della comunità, bensì in personalità distinte che si spingono talora fino a sfiorare addirittura l’autonomia.

Armagheddon incombe?

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